Veglia delle Palme 2020

Pubblicato lunedì 02 Marzo 2020

Giovane, dico a te: alzati!

 

Qualche tempo fa un amico mi ha chiesto che cosa vedo io quando penso a un giovane. La mia risposta è stata: «Vedo un ragazzo che cerca la propria strada, che vuole volare con i piedi, che si affaccia sul mondo e guarda l’orizzonte con occhi colmi di speranza, pieni di futuro e anche di illusioni. Il giovane va con due piedi come gli adulti, ma a differenza degli adulti, che li tengono paralleli, ne ha sempre uno davanti, pronto per scattare. Parlare dei giovani significa parlare di promesse, e significa parlare di gioia”.

Così si esprime Papa Francesco nella Christus Vivit (139) a proposito dell’essere giovani. E saranno loro, i giovani, i protagonisti del tradizionale incontro con il Vescovo Antonio al PalaRadi sabato 4 aprile 2020. È toccato sempre a Francesco dettare la linea tematica del triennio che stiamo vivendo, organizzando le giornate della gioventù 2020-2022 (a Lisbona) attorno al verbo alzarsi: “Giovane, dico a te, alzati!”, “Alzati! Ti costituisco testimone di quel che hai visto!”, “Maria si alzò e andò in fretta”. L’impiego insistito di questo verbo, per il 2020 e il 2021 addirittura nella forma imperativa, non è un caso: racchiude tutta l’urgenza feconda di un tempo giovanile chiamato ad esserci, vivo per la vita, capace di incarnare la speranza del domani.

Ecco dunque il primo appuntamento, diocesano:

La prima parte:  “Giovane, dico a te: alzati!”

Veglia presieduta dal Vescovo. Sarà giocata su racconti di fecondità e speranza, sulla scorta della provocazione lanciata da Papa Francesco e coagulata nel richiamo alla vita del giovane figlio della vedova di Nain (Lc 7).

Inizio alle 18.00 e termine per le 19.30 con la consegna tradizionale delle Palme. Sarà seguita da Cremona1 e ritrasmessa in differita dopo cena. Nel cuore della Veglia tornerà l’Adorazione eucaristica e non mancherà la raccolta caritativa a sostengo dei progetti quaresimali di Caritas: quest’anno lo slogan è Carità è lavoro e evoca la costituzione di un fondo di sostegno per l’inserimento lavorativo di under 25 e over 50, donne con figli a carico, in situazione di fragilità.

La seconda parte:

R-esistere” Talk con ospiti, interventi, collegamenti e confronti sul tema della resilienza.

Saranno l’“alzarsi” e il “ripartire” con un taglio tipicamente giovanile ad essere i protagonisti.

Il PalaRadi si trasformerà in uno “studio televisivo”, non per dar voce alle opinioni urlate, ma per una tavola rotonda in cui confluiranno esperienze forti e profetiche, accanto alla voce dei giovani presenti. La conduzione sarà affidata al giornalista della Diocesi, Filippo Gilardi che snoderà la serata attraverso 5 declinazioni del verbo resistere: osare, liberare, benedire, sognare ed esserci. Per ciascun quadro un ospite, una esperienza, un ascolto e una provocazione.

Sarà attivo un sistema di interazione con i giovani che potranno porre domande e far sentire la propria voce.

Ecco gli ospiti della seconda parte:

Daniele Cassioli

Sciatore nautico e fisioterapista italiano, cieco dalla nascita, anche ottimo musicista. Ha conquistato 25 titoli mondiali, 25 titoli europei e 39 titoli italiani. In virtù dei risultati ottenuti a livello internazionale, è considerato il più grande sciatore nautico paralimpico di tutti i tempi.

 

Caterina Ghiozzi

Cremasca, referente della Comunità Papa Giovanni XXIII per il servizio di assistenza e prossimità alle donne coinvolte nella tratta del sesso, è voce di una preziosa vicinanza di riscatto.

 

Giacomo Mazzariol

Giacomo Mazzariol è nato a Castelfranco Veneto nel 1997. Per Einaudi ha pubblicato Mio fratello rincorre i dinosauri (2016 e 2018), film con Stefano Cipani, con Alessandro Gassmann, e Gli squali. Insieme al collettivo di sceneggiatori Grams, ha scritto la serie tv Baby, trasmessa da Netflix.

 

Don Davide Ferretti e i Giovani di Salvador in collegamento

Don Davide da qualche mese affianca don Emilio Bellani nella parrocchia gemellata con Cremona a Salvador de Baia. Il fuso orario è di 5 ore e il clima… decisamente diverso. Don Davide si è inserito in un territorio bellissimo, molto vivo, ma anche carico di contraddizioni e fatiche.

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