La cura e l’attesa

Pubblicato venerdì 24 Febbraio 2017

Convegno Nazionale di Pastorale Giovanile – Bologna 20-23 febbraio

Durante l’ultima settimana di febbraio si è svolto a Bologna il XV convegno di Pastorale giovanile, che ha coinvolto la maggior parte delle diocesi italiane. Tema centrale: la figura dell’educatore.Durante un intenso percorso di riflessione e condivisione comunitaria, sono stati proposti approfondimenti su di un tema apparentemente “saputo” e “scontato”. Il titolo dato al convegno, LA CURA E L’ATTESA, ha voluto evidenziare le due caratteristiche fondamentali del buon educatore: di chi non solo conosce e fa propri  i principi della pedagogia, ma costruisce anche e fa memoria di una buona prassi.

IAndreolil primo ospite a illustrare la sua idea di cura e di attesa è stato il professor Vittorino Andreoli, tra i più celebri psichiatri italiani; trasferitosi in Inghilterra e successivamente negli Stati Uniti per lavoro, una volta rientrato in Italia si è specializzato in Psichiatria e successivamente in Neurologia. Per Andreoli la cura è occuparsi dell’altro, mentre l’attesa è la possibilità di immaginare e  senza di essa non c’è speranza. L’attesa è il luogo della speranza di crescita dell’alunno ed è un sentimento da mantenere vivo in qualsiasi uomo per far in modo  che il processo educativo e formativo abbia successo. Secondo Andreoli “educare” significa “insegnare a vivere”, questione oggi quanto mai attuale perché ci sono ragazzi che non sanno vivere, che non sono veramente consapevoli di cosa sia  la morte e bisogna far capire loro che la vita è un dono sacro. Essere educatore non è uno status o una caratteristica individuale, ma è la manifestazione di un individuo nelle relazioni e nelle azioni con il giovane; l’educatore esiste nel momento in cui vi è una tale relazione. Partendo dalla considerazione che l’adulto di oggi è in una crisi profonda, perché è parte di una società che sta regredendo e tende a fare di lui un essere pulsionale, il prof. Andreoli ha sostenuto che la crisi in cui anche l’educatore vive, in quanto adulto di oggi, possa essere trasformata in un nuovo punto di forza. L’educatore, acquisendo consapevolezza che la propria fragilità è una condizione esistenziale dell’uomo e non una debolezza, può allargare gli orizzonti della propria missione accogliendo con amore chi gli sta davanti e coltivando la speranza di un miglioramento educativo, senza porsi come autorità prepotente ed imperante.

Guarda l’intervento del Prof. Vittorino Andreoli e scarica qui la sua relazione sul tema Educare come educarsi

Dopo il parere dell’illustre psichiatra, nella prima delle quattro giornate del Convegno, è intervenuto  Mons. Erio Castellucci, castellucciarcivescovo di Modena-Nonantola. A lui è stato affidato il compito di riportare l’azione e il profilo dell’educatore nell’alveo della comunità cristiana. A suo avviso il concetto di comunità cristiana fa direttamente riferimento alla generazione, un processo composto da tre fasi: la nascita di una comunità, con l’incontro di  uomo e donna; l’atto d’amore; il passaggio doloroso che si trasforma in gioia, cioè l’atto di dare alla luce, dolore di madre e gioia dei genitori per la nascita di una nuova vita. Esistono però tre nemici della generazione: l’isolamento, il pregiudizio e l’impazienza. Proprio alla luce del concetto-chiave di generazione, si possono individuare tre tipi di comunità: la Comunità cristiana,  formata da gruppi di operatori pastorali; la Comunità ecclesiastica, formata dal clero; la Comunità battesimale, formata da quanti sono stati inseriti nel mistero di Cristo. E proprio dentro questa comunità, fatta di relazioni fraterne e spinta dal “cuore”, ecco le qualità dell’educatore: non un fotografo che scatta istantanee, ma un regista che accompagna la crescita dei suoi personaggi; non un giudice che giudica, indaga ed emette sentenze, ma un medico che procede alla cura, alla guarigione dell’adolescente. Educatore è chi ha il compito di educare non solo il giovane, ma anche l’intera comunità.

Guarda l’intervento di Mons. Erio Castellucci e scarica la sua relazione sul tema Gli educatori non sono supereroi

Al termine dell’incontro è intervenuta la dott.ssa Chiara Scardicchio, docente di Pedagogia Sperimentale presso l’Università di Foggia, che è partita dalla definizione di adulto: colui che passa dalla condizione di Scardicchioessere nutrito ad una condizione di generare. In più: l’educatore è l’adulto che è in grado di lavorare stando al cospetto della propria autobiografia. “Cura” e “attesa” dell’educatore sono riconducibili a due codici di comportamento: la cura al codice materno, cioè ad un comportamento premuroso, apprensivo e curativo che la madre ha nei confronti del figlio; e l’attesa al codice paterno, come definizione di regole e stili. Secondo la dott.ssa Scardicchio ogni educatore è chiamato ad acquisire sia un codice materno che un codice paterno. Una caratteristica fondamentale dell’educatore è l’ascolto. Molta importanza ha la postura dell’educatore, cioè il comportamento che l’educatore ha nei confronti dell’educando, come pure l’attitudine alla fiducia nell’altro. Un buon educatore è colui che si mette a rischio nel fidarsi all’altro, cerca nell’altro la possibilità di riscrivere la storia personale. La sua definizione di educatore è di “colui che sta al cospetto del mondo”.

Guarda l’intervento della dott.ssa Scardicchio e scarica la sua relazione sul tema Educatore credibile se autentico

moschini1Altro passo avanti sull’Oratorio: a parlarne il prof. Moschini, che oltre ad essere docente di filosofia teoretica è anche responsabile del corso di pastorale giovanile e Oratorio dell’Università di Urbino. Nel suo appassionato intervento è emersa la centralità della forma oratoriana come relazione, ricerca e accompagnamento, oltre le sole strutture. L’intervento di Moschini succedeva alla relazione di ricerca del prof. Nando Pagnoncelli che ha presentato i dati di una ricerca nazionale sugli Oratori, avviata sul modello dell’analoga ed approfondita indagine ODL di qualche anno fa.

pagnoncelli

Guarda il video del prof. Nando Pagnoncelli e scarica la sua relazione su gli Oratori in Italia

 

 

Guarda il video del prof. Marco Moschini e scarica la sua relazione su l’Oratorio non è un problema ma risposta

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tutti le relazioni e i video degli interventi sono disponibili sul sito del Servizio Nazionale di Pastorale giovanile.

 

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