La gioia di un ascolto che rigenera il servizio

Pubblicato mercoledì 31 Agosto 2022

 

Cari amici, 

                    quest’anno ci guida, in tutte le comunità cristiane d’Italia, questa bella pagina del Vangelo di Luca: 

Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta».(10,38-42)

 

La scena si svolge in casa, ma è una casa a cui si arriva da un viaggio e da cui si riparte. È una casa per ristorarsi durante il cammino, grazie all’accoglienza – tutta al femminile – dell’ascolto di Maria e della cura e premura di Marta. Solo una casa abitata da cari amici è capace di offrire un vero ristoro. Questa casa è una bellissima immagine della Chiesa, così come proposto dai vescovi italiani per questo anno pastorale 2022/2023, ma diventa icona anche dell’oratorio, che altro non è se non la Chiesa che accoglie e si cura dei suoi figli più giovani.

Il cammino richiede ogni tanto una sosta, desidera un villaggio e una casa, reclama dei volti. Nel Vangelo è sempre Gesù colui che cammina più di tutti e davanti a tutti, per le nostre strade. È lui che bussa ed è lui che trova la porta aperta alla casa di Betania. Gesù viene dalla strada, da fuori, dal mondo e viaggia con altre persone. Cammina nella vita di molti, di ogni uomo e donna in cerca di casa. Gesù lungo la strada percorre il cammino della vita di ogni giovane e l’oratorio può essere per ciascuno luogo di relazioni vere, buone e belle che ristorano dalle fatiche del viaggio. 

La porta è aperta non solo per entrare, ma anche per uscire e Gesù, accolto e accogliente in casa di Marta e Maria, non vi rimarrà a lungo. Gesù riprende il cammino, è costantemente in cammino. Anche l’esperienza dell’oratorio non è certamente un punto di arrivo, ma un luogo di accoglienza e di ripartenza per coloro che qui possono incontrare Gesù e i fratelli e poi continuare a camminare insieme per le strade del mondo.

La casa di Marta e Maria fa sentire a Gesù l’affetto, gli offre ristoro e ritempra il cuore e il corpo: il cuore con l’ascolto, il corpo con il servizio. Ci possiamo chiedere chi è che ha bisogno di ristorarsi e chi è che accoglie. Le sorelle accolgono Gesù, ma in realtà è lui a portare ristoro a loro nella misura in cui si lascia amare, incontrare e accogliere, è lui ad ascoltare ed essere ascoltato, è lui che si lascia servire e che si mette a servizio delle buone relazioni tra le sorelle. Nell’esperienza autentica di oratorio questa ambivalenza è evidente: ci si mette in ascolto della Parola con i cammini di catechesi per essere motivati a vivere il servizio, cioè l’amore al prossimo, e viceversa: si fa esperienza concreta di servizio, soprattutto nell’ambito della cura educativa, per dare concretezza alle parole della fede che, senza le opere, diventano altrimenti vuote e vane.

Marta e Maria non sono personaggi contrapposti, ma aspetti entrambi essenziali alla stessa esperienza di incontro con Gesù e i fratelli, che noi chiamiamo esperienza di fede. L’ascolto deve essere il cuore del servizio e il servizio sarà l’esito concreto di un ascolto che sia davvero accoglienza e cura dell’altro, fare spazio, sedersi accanto, spendere tempo, fare fatica, donare se stessi. Solo così, Marta e Maria sapranno superare le reciproche incomprensioni, evitando il rischio di un servizio affannoso e di un ascolto indolente.

“La parte migliore”: questo è il titolo del nostro anno oratoriano. Identifica il primato dell’ascolto nell’esperienza cristiana che, nel cammino sinodale della Chiesa in Italia e nel mondo, acquista un significato ancora più ricco: non si tratta solo dell’ascolto religioso, in silenzio, del Maestro che parla; non ci si riferisce soltanto alla sempre necessaria esperienza di incontro con la Parola di Dio, ma si può allargare il campo all’ascolto dei fratelli e delle sorelle, perché insieme ci si metta in ascolto di Dio che parla alla sua Chiesa. 

Infatti: Maria ascolta Gesù, Gesù si interrompe per ascoltare davvero e con grande affetto e stima Marta, nell’espressione anche del suo disappunto, e infine Marta e Maria insieme tornano alla Parola del Signore che annuncia la parte migliore. Gesù non condanna Marta, ma la contrapposizione con Maria. La vita contrappone e oppone gli elementi (ascolto contro servizio; maschio contro femmina; famiglia contro carriera; casa contro comunità; sport contro catechismo; formazione contro divertimento; preghiera contro attivismo…), mentre l’amore compone, unisce, mette in comunione. E così fa l’oratorio.

Vi auguro di vivere così i giorni e i gesti del tempo oratoriano e di comunità che avremo in dono. E magari anche io busserò a qualcuna delle vostre porte per condividere la gioia di un ascolto che rigenera il servizio.

+ Antonio, vescovo

Contenuti simili

Percorsi

I percorsi annuali che accompagnano e danno sostanza all’anno oratoriano