Cari amici,
quest’anno ci guida, in tutte le comunità cristiane d’Italia, questa bella pagina del Vangelo di Luca:
Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta».(10,38-42)
La scena si svolge in casa, ma è una casa a cui si arriva da un viaggio e da cui si riparte. È una casa per ristorarsi durante il cammino, grazie all’accoglienza – tutta al femminile – dell’ascolto di Maria e della cura e premura di Marta. Solo una casa abitata da cari amici è capace di offrire un vero ristoro. Questa casa è una bellissima immagine della Chiesa, così come proposto dai vescovi italiani per questo anno pastorale 2022/2023, ma diventa icona anche dell’oratorio, che altro non è se non la Chiesa che accoglie e si cura dei suoi figli più giovani.
Il cammino richiede ogni tanto una sosta, desidera un villaggio e una casa, reclama dei volti. Nel Vangelo è sempre Gesù colui che cammina più di tutti e davanti a tutti, per le nostre strade. È lui che bussa ed è lui che trova la porta aperta alla casa di Betania. Gesù viene dalla strada, da fuori, dal mondo e viaggia con altre persone. Cammina nella vita di molti, di ogni uomo e donna in cerca di casa. Gesù lungo la strada percorre il cammino della vita di ogni giovane e l’oratorio può essere per ciascuno luogo di relazioni vere, buone e belle che ristorano dalle fatiche del viaggio.
La porta è aperta non solo per entrare, ma anche per uscire e Gesù, accolto e accogliente in casa di Marta e Maria, non vi rimarrà a lungo. Gesù riprende il cammino, è costantemente in cammino. Anche l’esperienza dell’oratorio non è certamente un punto di arrivo, ma un luogo di accoglienza e di ripartenza per coloro che qui possono incontrare Gesù e i fratelli e poi continuare a camminare insieme per le strade del mondo.
La casa di Marta e Maria fa sentire a Gesù l’affetto, gli offre ristoro e ritempra il cuore e il corpo: il cuore con l’ascolto, il corpo con il servizio. Ci possiamo chiedere chi è che ha bisogno di ristorarsi e chi è che accoglie. Le sorelle accolgono Gesù, ma in realtà è lui a portare ristoro a loro nella misura in cui si lascia amare, incontrare e accogliere, è lui ad ascoltare ed essere ascoltato, è lui che si lascia servire e che si mette a servizio delle buone relazioni tra le sorelle. Nell’esperienza autentica di oratorio questa ambivalenza è evidente: ci si mette in ascolto della Parola con i cammini di catechesi per essere motivati a vivere il servizio, cioè l’amore al prossimo, e viceversa: si fa esperienza concreta di servizio, soprattutto nell’ambito della cura educativa, per dare concretezza alle parole della fede che, senza le opere, diventano altrimenti vuote e vane.
Marta e Maria non sono personaggi contrapposti, ma aspetti entrambi essenziali alla stessa esperienza di incontro con Gesù e i fratelli, che noi chiamiamo esperienza di fede. L’ascolto deve essere il cuore del servizio e il servizio sarà l’esito concreto di un ascolto che sia davvero accoglienza e cura dell’altro, fare spazio, sedersi accanto, spendere tempo, fare fatica, donare se stessi. Solo così, Marta e Maria sapranno superare le reciproche incomprensioni, evitando il rischio di un servizio affannoso e di un ascolto indolente.
“La parte migliore”: questo è il titolo del nostro anno oratoriano. Identifica il primato dell’ascolto nell’esperienza cristiana che, nel cammino sinodale della Chiesa in Italia e nel mondo, acquista un significato ancora più ricco: non si tratta solo dell’ascolto religioso, in silenzio, del Maestro che parla; non ci si riferisce soltanto alla sempre necessaria esperienza di incontro con la Parola di Dio, ma si può allargare il campo all’ascolto dei fratelli e delle sorelle, perché insieme ci si metta in ascolto di Dio che parla alla sua Chiesa.
Infatti: Maria ascolta Gesù, Gesù si interrompe per ascoltare davvero e con grande affetto e stima Marta, nell’espressione anche del suo disappunto, e infine Marta e Maria insieme tornano alla Parola del Signore che annuncia la parte migliore. Gesù non condanna Marta, ma la contrapposizione con Maria. La vita contrappone e oppone gli elementi (ascolto contro servizio; maschio contro femmina; famiglia contro carriera; casa contro comunità; sport contro catechismo; formazione contro divertimento; preghiera contro attivismo…), mentre l’amore compone, unisce, mette in comunione. E così fa l’oratorio.
Vi auguro di vivere così i giorni e i gesti del tempo oratoriano e di comunità che avremo in dono. E magari anche io busserò a qualcuna delle vostre porte per condividere la gioia di un ascolto che rigenera il servizio.
+ Antonio, vescovo