Soul is young

Dai voce al tuo vivere

In partenza “Soul is young“… voci giovani sulla vita. Un progetto che intende dare voce ai più giovani sui temi decisivi della vita. Non si vince nulla, non si diventa famosi, ma si può proporre scritti, poesie, foto, disegni, canzoni o semplicemente riflessioni sui temi più forti della vita.

Si parte a Pasqua con il dolore! Spesso il male ci interroga, ci svuota, ci colpisce e ci provoca. Cos’hai da dire? Quali parole, immagini o suoni escono da te e diventano condivisione?
S.I.Y. ti offre di poter inviare alla Focr il tuo contributo, libero: verrà realizzato un libro e il soul is youngmateriale in più pubblicato sul sito.
Per giovani dai 16 ai 30 anni!

Partecipa, ma soprattutto pensa!

Clicca qui per scaricare la locandina 

 

1 tema: IL DOLORE

Ecco due spunti di provocazione per lanciare la prima tematica:

«Ho ereditato un dolore profondo da mio padre, un dolore per il fatto che un giorno dovrò lasciare questo mondo[…]. Ma ho anche ereditato la capacità di vedere quanto sia meravigliosa la vita[…]. D’un colo capisco quale portata abbia tutto ciò. Solo ora capisco con anima e corpo cosa significhi non esistere. Sento un crampo fastidioso nello stomaco. Mi sento la nausea. Ma mi arrabbio anche.

Divento furioso al pensiero che un giorno scomparirò, e poi non ci sarò più, non per una settimana o due, non per quattro o quattrocento anni, ma per l’eternità.

Mi sento vittima di un raggiro, di uno scherzo, perché prima arriva qualcuno che mi dice: prego, ecco tutto un mondo per te dove puoi sguazzare come vuoi. Qui c’è il tuo sonaglietto, qui il trenino, qui la scuola che comincerai in autunno. E, un attimo dopo, si sentono risate fragorose: ahahah, ti abbiamo imbrogliato per bene! E il mondo mi viene strappato dalle mani. Mi sento tradito da tutto, non c’è niente a cui aggrapparsi. Non c’è niente che mi può salvare[…].

Sono tanto arrabbiato che potrei vomitare da un momento all’altro. Perché ho visto il diavolo dritto in volto. Ma non lascio che il diavolo abbia l’ultima parola. Mi allontano dal Male prima che riesca ad avere potere su di me. Scelgo la vita. Scelgo quel piccolo ritaglio di Bene che mi viene concesso, e forse esiste anche qualcuno che si può chiamare il Bene. Chi lo sa se sopra a tutto non esiste un Dio[…].

So che tra gli abissi cresce un bel fiore, e da quel fiore tra poco si alzerà in volo un calabrone innamorato della vita[…].

C’è qualcosa che viene chiamato fame di vita, e comunque voglio evitare l’esperienza di visitare quegli abissi[…].

In questo momento vedo che la soluzione al grande dilemma è sbocciata in me come un fiore. Poi riprovo a tornare indietro nel tempo di qualche miliardo di anni. È qui che devo decidere se scegliere di vivere una vita sulla terra tra qualche centinaio di milioni di anni, oppure se scegliere di lasciar stare perché non accetto le regole. Ma adesso almeno so chi diventeranno mia madre e mio padre. Ora so come è cominciata quella storia. So qualcosa sulle persone alle quali vorrò bene».

 J. Gaarder, La ragazza delle arance, Tea, Milano, 2004.

Siy 1-il dolore

Dolore è lacrima, silenzio, paura di essere soli.

Dolore è il mattone in gola  di chi non ha mai imparato a piangere.

Dolore è rabbia e stanchezza.

C’è un dolore che colpisce alle spalle, è disonesto, meschino.

C’è ne è un altro, invece che pianta i picchetti nelle tue giornate e ti tocca imparare ad abitarlo, giorno dopo giorno.

Chiede umiltà, per accorgersi che non tutto, o quasi niente, è nelle nostre mani.

Accade, il dolore; erode le pareti delle nostre speranze.

Dolore: chiodi arrugginiti che trapassano mani e braccia di legno, profumano di resina essiccata.

Non chiedere “a che cosa serve?” perché se la tua vita di traveste di mistero, non lo fa per un motivo particolare, non si sottomette alla ragione, noi non lo capiamo. Accade e basta e questo ci fa molta rabbia.

Prova a chiederti, piuttosto, “che cos’è per me?” e la tua risposta sarà un sentiero, forse ripido ed incerto, ma ti porterà in alto, dove l’aria profuma di libertà, e non sarai solo.